Volterra (La Nazione Pontedera) Una fortuna scomparsa. Un’affascinante storia racchiusa in un libro. È stato presentato mercoledì, di fronte ad una Sala Melani gremita, “Nomi nella cenere”, l’ultima fatica letteraria firmata da Gianni Manghetti, numero uno della Cassa di Risparmio di Volterra. Insieme al vicedirettore de La Nazione Mauro Avellini, al sindaco Marco Buselli, allo scrittore Luigi Oliveto e a Moreno Ceppatelli, pronipote del fantino Tabarre, protagonista del volume, Manghetti ha svelato ad una sala rapita la straordinaria parabola di Tabarre, al secolo Francesco Ceppatelli: prima stalliere nella fattoria di Vicarello, in piena campagna volterrana, e poi fantino più celebre dell’Ottocento. Il libro di Manghetti parte dai giorni nostri. È il 2 luglio, a Siena si corre il Palio. Romano è un appassionato contradaiolo anche se vive a Volterra. Per lui questa non sarà una giornata come le altre, la sua Contrada la spunterà nella corsa di piazza del Campo e finirà per scoprire i segreti di quel nonno, Tabarre, che in pochi anni si aggiudicò ben 11 palii. A stuzzicare la curiosità di Romano. La fortuna racimolata dal nonno fantino e poi misteriosamente scomparsa. Come in una spy story i personaggi si muovono tra tribunali, archivi, ritagli di giornali, fino a far riaffiorare il valore della memoria, individuale e collettiva, sullo sfondo di una Toscana di fine Ottocento carica di miserie, ribellioni e complotti anarchici.
Ilenia Pistolesi