Intoscana: Dal rapporto sulle tv toscane un protocollo di buone pratiche

29 Marzo 2012

Intoscana: Dal rapporto sulle tv toscane un protocollo di buone pratiche

Firenze (Intoscana) Pluralismo e tutela dei diritti dei professionistidell’informazione: dal primo rapporto sull’emittenza televisiva privata presentato dall’Associazione Stampa Toscana, arriva “un contributo ancheall’attività di informazione istituzionale che il Consiglioregionale è chiamato, dalla legge, a realizzare”. Questoil messaggio inviato dal presidente dell’Assemblea regionale, Alberto Monaci in occasione dellapresentazione di “Tra il digitale e il Far West”,questo il titolo del rapporto, che si è tenuta questa mattina a palazzo Panciatichi. “IlConsiglio regionale – prosegue il presidente dell’assemblea regionale – è organo dirappresentanza della Comunità toscana, come tale chiamato a dare voce e corpo alleiniziative e alle attività che dalla società toscana emergono. La tutela dei dirittidell’informazione, in primis attraverso la tutela del lavoro dei professionisti chiamati alrispetto del codice deontologico, è attività essenziale in una comunità libera edemocratica”.Il lavoro presentato oggi dall’Ast “sarà tenuto in concreta considerazione”, assicuraMonaci: “L’Ufficio di presidenza è prossimo a rinnovare le convenzioni con il sistemadell’emittenza locale, oggetto di questa indagine, per l’attività di informazioneistituzionale televisiva”.
 
Il rapporto, curato dai giornalisti Susanna Bonfanti, Rodolfo Di Paolo e Tiziana Isitani, presenta il quadro – tuttora caotico e caratterizzato da forte incertezza – delle tv private in Toscana:“Si tratta di un passaggio complesso – spiega il presidente dell’Ast Paolo Ciampi -, che con il digitale disegna la televisione delfuturo portandosi dietro il Far West del passato”. In questo Far West, in cui si muovonoanche “molti commercianti di frequenze e procacciatori di contributi pubblici”, sostieneCiampi, servirà “un pluralismo che non sia di facciata” e guardi oltre “il gruppo ristrettodei soliti nomi e personaggi da sempre presenti, magari sotto nomi e forme societariediverse”; e ancora, “serviranno regole finora poco rispettate”. Di qui l’appello del presidente del sindacato dei giornalisti, affinché “d’ora in avanti le risorse pubblichedestinate all’emittenza televisiva siano riservate solo a chi rispetta contratti, regole,relazioni sindacali. In Toscana,ci sono società ed emittenti che licenziano giornalisti in barba all’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, che mandano acasa cinque operatori dell’informazione il giorno dopo la loro partecipazione ad unaassemblea sindacale. Ci sono frequenze assegnate a chi non ha un dipendente nellanostra regione, giornalisti con contratti da operatori del commercio o archivisti,contributi non versati o versati a istituti sbagliati”.Dal vicepresidente dell’Ast, Sandro Bennucci, l’annuncio di un imminente“protocollo di buone pratiche tra l’Associazione stampa, la Regione e le emittenti tv: un protocollo che definisca meglio i limiti del rispetto di leggi, contrattidi lavoro e persone. Si tratta di un’azione – spiega Bennucci – nell’interesse dellasocietà toscana”, per superare una situazione di forte disagio e difendere “indipendenza,libertà e imparzialità dell’informazione. Lo stato d’animo di chi fa informazione nelle tvdella nostra regione oggi non è dei migliori”.