Cambiare per essere fedele. Pubblicata l’ermeneutica per la storia della Chiesa di Achille Mirizio

14 Agosto 2020

Cambiare per essere fedele. Pubblicata l’ermeneutica per la storia della Chiesa di Achille Mirizio

Un volume che si presenta come un percorso orientativo nelle vicende della storia della Chiesa. Si tratta di “Cambiare per essere fedele” (primamedia editore), il saggio di Achille Mirizio che verrà presentato giovedì 20 agosto alle ore 18 a Siena, Bastione San Domenico della Fortezza Medicea. Oltre all’autore, interverranno Raffaele Ascheri, presidente della Biblioteca degli Intronati, e Giovanni Minnucci, docente di Diritto medievale e moderno all’Università di Siena.

La pubblicazione – L’autore ha sviluppato il suo lavoro secondo un criterio di carattere ermeneutico ben preciso: la riforma nei costumi e nell’organizzazione, continua e attenta rispetto al mondo coevo, ha permesso alla Chiesa di mantenersi fedele a sé stessa e al suo compito, per così dire istituzionale e vocazionale, attraversando le molteplici e variegate vicende della storia occidentale e non solo. Tale criterio è divenuto oggi nuovamente centrale nella interpretazione della vita ecclesiale ed ecclesiastica, anche grazie agli intenti riformatori chiaramente espressi dell’attuale pontefice argentino, papa Francesco. Egli si richiama esplicitamente ai documenti e allo “spirito” del Concilio Vaticano II (1962-1965) considerandoli decisivi per cogliere il carattere dinamico del rapporto tra continuità e discontinuità, storico innanzitutto, ma anche teologico, che ha attraversato e ancora attraversa la relazione fra Tradizione e Riforma nella storia della Chiesa: dal Concilio di Nicea ai giorni nostri. In un’epoca che sembra segnata dal contraddittorio clima di una secolarizzazione per certi versi acquisita e per altri versi in fase di progressivo smantellamento, il tema della riforma sembra quello che garantisce meglio alla Chiesa cattolica la linea della continuità di fronte ad un tempo che ha smarrito i caratteri della cristianità sostituendoli con valori di stampo mondano e poco inclusivi nei confronti dei sempre più numerosi poveri ed emarginati.