Siena (Il Corriere di Siena) L’intuito creativo di Luigi Oliveto, giornalista, scrittore e saggista senese apprezzato in tante occasioni, questa volta ha furoreggiato. Con il suo nuovo libro che lui ha intitolato “Il giornale della domenica”, egli ha costruito racconti di cose che più lo hanno colpito suscitandogli la spinta a farle conoscere agli altri: è la dote naturale di chi sente la gioia del donare la propria creatività. Si tratta di un racconto concepito da una mente prolifica, quella di un autore mai pago del costruire qualcosa di buono da offrire a chi legge per il gusto di sapere, la curiosità dello scoprir, la simpatia di apprendere notizie che fanno bene allo spirito: un’apoteosi del pensiero in libertà che trova nella parola la propria naturale via per raggiungere altri intelletti. L’arte del raccontare, narrare, analizzare o semplicemente del ricordare, in questa antologia del brillante scrittore-autodidatta raggiunge una sintesi di rara piacevolezza. Come una collana di perle di luminosa freschezza e fluidità, i testi scelti permettono di viaggiare lungo cinque anni di pubblicazioni domenicali diffuse dal Corriere di Siena, a cura di Sienalibri di cui lo stesso Oliveto è direttore, navigando fra lati riferimenti letterari, poeti e scrittori di varie epoche, ricordi dell’autore, cronache del nostro tempo. Alla maniera di una terza pagina, la profondità dell’analisi e della critica letteraria, non presta mai il fianco alla verbosità, ma invoglia semmai il lettore ad andare avanti nella lettura immaginando una strada che porta verso nuovi spunti di riflessione. “Quelli che lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finisti di leggere vorresti che l’autore fosse un tuo amico per la pelle”. Così inizia Cristian Lamorte, curatore del piccolo volume, la sua introduzione al libro, aggiungendo: “una citazione e un rimando che fa da prologo al seducente testo”.
Tre sono le sezioni che raccolgono i vari capitoli: “Le parole del mondo”, “Va pensiero” (non allusivo al famoso coro verdiano), “Le cose e i giorni”. Una storia illustrativa di verità cittadine: follie senesi che formano un virtuale canto, un mito, quello di Siena, sorretto da una ideale armonia. La presentazione pubblica ha avuto l partecipazione della giornalista del Corriere di Siena Gaia Tancredi. Riccardo Benucci, presidente del “Circolo dei Lenti” si è molto compiaciuto per il lavoro letterario dell’amico Luigi. Il docente universitario Fabio Mugnaini ha svolto una chiara relazione affermando pure che: “il libro è un equilibrio tra leggerezza e solidità, una raccolta di pensieri, una riflessione sulla nostra città”. Luigi Oliveto dopo avere espresso la personale, sincera soddisfazione per l’accoglienza fatta alla sua nuova “creatura”, ha risposto alle nostre domande.
Per scrivere un libro quanto conta la cultura e quanto la passione?
“Le qualità occorrono tutte e due. La cultura è lo strumento che supporta quando si scrive, la passione è quella che fa attingere al sentimento e all’emotività”
Come è nata l’idea di questo nuovo libro?
“L’idea è nata attingendo agli editoriali che vengono pubblicati la domenica sul “Corriere di Siena”. Il giornale però ha la durata breve, di un solo giorno. Andando a rieleggere le cose scritte è venuta la voglia di raccoglierle in questo volume”.
Come si manifesta il desiderio di scrivere libri?
“Tutto nasce pensando che si scrive, si legge, si riflette, si leggono le cronache, si ascoltano i telegiornali. Dentro di noi c’è sempre il bisogno di riassumere qualcosa. Mettersi a scrivere un libro aiuta a portare a sintesi certe riflessioni”.
Come si vivono i risultai delle proprie pubblicazioni?
“Prima con grande passione, che è sentimento come prima rilevato,poi, passato un po’ di tempo, rileggendole avvertendo un il rimpianto di non avere scritto alcune cose, oppure di averle tirate giù in un modo che si poteva fare meglio, il che aiuta a migliorarsi”.