Otranto (La Gazzetta del Mezzogiorno) La notte del Giglio, quella in cui l’isola è diventata teatro di una delle vicende più dolorose della cronaca recente italiana, raccontata nell’ultimo appuntamento della sesta Settimana della Cultura Unesco, ad Otranto. Storie di umanità ed accoglienza da un territorio che ha saputo aprire le proprie porte ai naufraghi della Costa Concordia: voci e volti narrati dentro le mura antiche della Porta d’Oriente, a sancire un gemellaggio ideale tra due comunità che, in diversi momenti storici, hanno vissuto una sorte simile. Erano i primi anni Novanta, infatti, quando nel porto di Otranto di riversarono uomini e donne in fuga dall’Est del mondo: i cittadini di quella città si distinsero per una straordinaria prova di accoglienza, divenuta simbolo di un Salento umanitario, proposto al Nobel per la pace. Vent’anni dopo al Giglio, con l’impatto a Le Scole di una nave da crociera, si è consumato uno dei peggiori disastri della marineria, con più di 4mila passeggeri catapultati in un drammatico naufragio, fautore di diverse vittime; in quella notte, i gigliesi non soni restati ad osservare quella babele di disperati, quel mosaico di disagio, aprendo le porte dei cuori e delle loro abitazioni ai naufraghi. Questo spaccato di umanità sarà rappresentato a partire dalle 20,30 in Largo Porta Alfonsina dal giornalista Cristiano Pellegrini autore di “Quella notte al Giglio” e dal sindaco dell’Isola del Giglio Sergio Ortelli: vicende come quella di Mario che prova a salvare i naufraghi salendo a bordo della nave o come quella di Valeria che li accoglie nella scuola, o del parroco che li veste con i paramenti sacri. Una comunità interiormente “analoga” a quella umanitaria dei primi anni Novanta di Otranto e a cui il Club Unesco consegnerà, per mano del sindaco della città dei Martiri Luciano Cariddi, il premio “Messaggero di pace” (…).
8 Agosto 2013