Ridurre l’orario di lavoro per salvarsi da automazione e intelligenza artificiale. Lo slogan in voga negli anni ’70 per combattere la disoccupazione, Lavorare meno lavorare tutti, è tornato prepotentemente di moda e sembra essere l’unico modo per salvarsi da automazione e IA in un mondo del lavoro in profonda e continua trasformazione. Anche perché, dopo anni di oblio, con l’avvento dell’intelligenza artificiale il rischio è di aprire una nuova era economica composta sempre più da macchine e sempre meno da lavoratori.
Di questo tratta “Il lavoro in via di estinzione” (primamedia editore), l’ultimo saggio di Pino Miglino che verrà presentato mercoledì 20 dicembre alle 17 nella Sala conferenze Sibilla Aleramo della Biblioteca delle Oblate di Firenze. Oltre all’autore, intervengono Daniele Calosi, segretario Fiom Firenze, Prato e Pistoia; Roberto Pistonina, segretario aggiunto Cisl Toscana; e Paolo Fantappiè, segretario Uil Toscana. Modera il giornalista Stefano Fabbri. Ingresso libero fino ad esaurimento posti disponibili.
Nel libro il giornalista analizza in forma di cronaca la disoccupazione intesa come malattia strutturale, il ruolo dei sindacati e della politica, ma anche gli esperimenti in corso nei principali paesi occidentali, il cambiamento imposto dalle crisi globali e dalla pandemia, oltre alla necessità di una rivoluzione culturale che porti a lavorare per vivere e non a vivere per lavorare. Un quadro che si articola e si sviluppa anche attraverso interviste inedite a Pierre Carniti, Piergiovanni Alleva, Agostino Megale, Susanna Camusso e l’ultima intervista rilasciata da Domenico De Masi.