Un saggio storico sui patrioti risorgimentali di Asciano. È quello scritto da Augusto Codogno e Gianni Resti che saranno ospiti alla Biblioteca degli Intronati di Siena per presentare il loro libro, scritto a quattro mani, “Non c’è cor che non batta per te” (Primamedia 2019). L’appuntamento, il 16 aprile alle 17.30, a ingresso libero, sarà nella Sala Storica (via della Sapienza, 5) e vedrà oltre alla presenza dei due autori anche il coordinamento di Raffaele Ascheri, presidente del CdA della Biblioteca.
Il libro – Un omaggio ai giovani eroi che, insieme a migliaia di altri coetanei in tutta Italia, riuscirono a compiere l’impresa dell’Unità nazionale, e ad un paese, Asciano, da cui partirono volontari. Complice un vecchio ritaglio di giornale e due lapidi ancora oggi visibili, si è potuta recuperare la vicenda di questi ragazzi che furono testimoni e protagonisti del Risorgimento italiano, lasciando le crete senesi per rischiare la vita nei campi di battaglia di Curtatone e Montanara, o di Montebello, Palestro, Magenta, Solferino e San Martino. Si raccontano, così, le gesta di Fabio Dogarelli e Socrate Bonaiuti che furono volontari nella prima guerra d’indipendenza con il Battaglione Universitario toscano, mentre Alessandro Francini, alla testa di un gruppo di giovani ascianesi, combatté nella seconda guerra d’indipendenza. Accanto a loro la figura del sergente Carlo Baronti che per dieci anni, da Monterotondo a Mentana e Bezzecca, fu al fianco di Giuseppe Garibaldi. Un posto speciale va poi ad Angela Pantanelli, moglie di Socrate Bonaiuti, fondatrice a Siena della Società di Mutuo Soccorso fra le donne, che seppe interpretare la nuova condizione femminile, e ad un pittore, Amos Cassioli, che rappresentò al meglio il sentimento nazionale nei suoi affreschi, che ancora oggi, sono conservati nella Sala del Risorgimento di Palazzo Pubblico a Siena. Ma cosa spinse quei giovani ascianesi ad arruolarsi volontari per combattere in nome dell’Unità d’Italia? Ed è proprio da questa domanda che nasce e si snoda questo saggio, alla quale, nei versi di Alessandro Manzoni che danno il titolo al libro (dalla ode “Marzo 1821”) e richiamano il punto più alto degli ideali risorgimentali, sembrano dare risposta.