Descrizione
Nel 1207 il conte Guido Medico di Tentennano, signore di Rocca d’Orcia (Siena), concede agli abitanti del borgo una “Charta Libertatis”, in cui vengono sanciti non solo i doveri ma anche i diritti di quella popolazione contadina nei confronti del feudatario. Un documento che rappresenta di per sé uno dei primi esempi concreti di emancipazione dalle servitù feudali. In Italia è il più antico che si conosca e pertanto la Charta della Rocca di Tentennano è considerato uno dei più noti documenti di questo genere. Tra i tanti che lo hanno studiato anche Gaetano Salvemini.
In esso si fa riferimento, in premessa, alla Roma antica e alla sua capacità di aver creato e mantenuto il dominio sul mondo in forza di tre virtù: equità, giustizia e libertà, che sembrano anticipare di molti secoli le idee illuministe del Granduca di Toscana Pietro Leopoldo e il motto di Liberté Egalité Fraternité introdotte con la Rivoluzione francese a fine Settecento.
L’originale del manoscritto medievale, vergato su pergamena con bella grafia “mercantesca” e utilizzando una penna d’oca e dell’inchiostro ferro-gallico, è conservato all’Archivio di Stato di Siena. Per la prima volta è stampato, in versione originale e tradotta, in occasione degli ottocento anni dalla emissione. Con testi di Adele De Francesco, Zelia Grosselli, Matteo Guidotti, Francesco Mori, Giovanna Nanni, Gianguido Piazza.
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