Descrizione
Idee e progetti per la centralità delle aree interne
Piccoli comuni a cui è spesso associata l’immagine idilliaca dell’Italia dei borghi e un territorio che non è stato stravolto dall’impetuoso sviluppo economico in atto dal secondo dopo guerra in poi. Grazie a questi due elementi, la Toscana è riuscita a conservare un equilibrio tra industrializzazione, coesione sociale, ambiente e paesaggio che appare felice. Ma lo è davvero?
Chi vive nelle cosiddette aree interne ha spesso difficoltà ad accedere ad alcuni fondamentali servizi come sanità, scuola, trasporti, tanto che i più giovani le abbandonano alla ricerca di più soddisfacenti prospettive di lavoro. E, sebbene soggette da tempo a processi di spopolamento, queste zone ospitano ancora oggi una porzione significativa della popolazione fornendo un contributo decisivo non solo nel forgiare l’immagine della Toscana nel mondo, ma anche nel preservare il dissesto del territorio che segue fatalmente i processi di abbandono.
Ecco allora che, in una fase in cui i cambiamenti climatici richiedono a maggior ragione una più attenta tenuta del territorio, la scelta di parlare di una “Toscana diffusa” risulta strategica.
Di questo tratta il presente volume che, proponendo idee e progetti per lo sviluppo sostenibile e le aree interne, vuole contrapporre un’immagine alternativa a quella, dominante, che vede solo nelle città – necessariamente grandi – le protagoniste principali della crescita futura.
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